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Disastro ambientale sulla costa livornese
Spot a rischio su tutta la costa livornese, a causa dell'ennesimo disastro ambientale.
DANNI INGENTI - Sono ingenti, anche se le stime devono ancora essere concluse, i danni provocati dalla Chem Star Eagle. La gravità dell'incidente è confermata dal Comune il quale rassicura però sull'efficacia delle operazioni di disinquinamento. «Gli interventi della capitaneria - spiega una nota del Comune - sono stati tempestivi, ma difficilissimi a causa del forte libeccio tendente al ponente con punte fino a 50 nodi». La capitaneria di porto di Livorno per tutta la giornata ha monitorato la chiazza oleosa in mare anche con l'ausilio dell'elicottero.
Livorno: una nave cisterna la scorsa notte ha perso olio in rada
Notizia ufficiale (20/3/2007). Non vi è stato alcun sversamento di stirene , il liquido altamente infiammabile trasportato dalla Chem Star Eagle, la nave cisterna che la notte scorsa in rada a Livorno ha perso circa 9 tonnellate di olio combustibile da una fiancata tranciata dall’ancora, a causa con ogni probabilità di una manovra sbagliata, forse a causa del forte libeccio. La nave è stata trainata in porto da tre rimorchiatori e ora si trova ormeggiata alla Darsena Petroli.
Lo comunica ufficialmente l’Unità di crisi (Comune, Provincia, Capitaneria di Porto, Autorità Portuale, Prefettura) che si è riunita alle ieri mattina a Palazzo Civico, per fare il punto delle operazioni attivate a partire dalle 6.45, non appena scattato l’allarme in mare , e per valutare gli effetti dell' incidente e decidere le azioni di disinquinamento.
Gli interventi della Capitaneria di Porto sono stati tempestivi ma difficilissimi a causa del forte libeccio tendente al Ponente con punte fino a 50 nodi . La nave è stata comunque portata in sicurezza ed è stato scongiurato il pericolo maggiore, quello appunto dello sversamento dello stirene, un liquido oleoso, infiammabile e insolubile.
La nave chimichiera, batte bandiera panamense ed ha un equipaggio coreano. Lunga 148 metri, varata nel 2000, a doppio scafo, è a norma con la direttiva del 2001 Non è quindi una “carretta del mare”, come apparso da alcune dichiarazioni a mezzo agenzie di stampa. La Capitaneria ha già inviato una diffida al comandante. I danni sono sicuramente ingenti ma ancora da stimare. L’Unità di crisi sta valutando se si può configurare il danno ambientale.
“Ancora una volta una ‘carretta del mare’, la Chem Star Eagle, nave cisterna battente bandiera panamense, sta provocando un disastro al largo di Livorno con 9 tonnellate di olio combustibile già fuoriuscite a causa di una falla alla cassa bunker di prora. Il Carico di 4.750 tonnellate di stirene, un liquido pericoloso e altamente infiammabile, rende ancora più pericolosa la situazione. Bisogna scongiurare lo spiaggiamento del combustibile e assicurare la nave. Ma soprattutto c’è bisogno di dire basta ai transiti di navi in condizioni di rischio evidenti nei nostri mari”. Così Erasmo D’Angelis (Margherita), Presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale, ha commentato la notizia sulla nave cisterna che ha perso circa 9 tonnellate di olio combustibile al largo di Livorno con il liquido pericoloso che si è avvicinato alla costa nella zona della Terrazza Mascagni, prima che la nave fosse messa in sicurezza nel porto di Livorno. “Le coste della Toscana sono ad alto rischio continua D’Angelis - Ricordo che nel dicembre 1999, la famigerata superpetroliera Erika che naufragò sulle coste francesi dell’Atlantico, distruggendo i fondali della Bretagna sarebbe dovuta passare anche nel canale di Piombino. Così come l’altra superpetroliera Prestige colata a picco al largo delle coste spagnole della Galizia. Quasi ogni giorno lungo le coste tra Piombino, Livorno e l’Arcipelago, transitano vere e proprie ‘bombe ecologiche’ potenziali, essendo una delle rotte più economiche per il collegamento dei porti di Spezia e Livorno con il Sud del Mediterraneo. L’incubo di nuovi disastri dice il consigliere Dl - ambientali persiste nei nostri mari grazie a un transito continuo di vere e proprie ‘carrette del mare’, superpetroliere insicure, anche a scafo singolo in grado di distruggere ecosistemi e intere economie turistiche. Il mare della Toscana è, nonostante gli enormi sforzi delle nostre Capitanerie, privo di vere difese e non possiamo più perdere tempo”. D’Angelis parla anche di “ordinari rischi di oil-spill prodotti dai cosiddetti cicli operativi della navigazione [lavaggio delle cisterne, scarico delle acque di zavorra, di sentina, ecc.]. Si calcolano almeno 600.000 tonnellate annue di idrocarburi che finiscono nel Mediterraneo per queste pratiche che sarebbero invece vietate dalla normativa internazionale. Ma anche questo divieto di fatto è inapplicato e il rilascio in mare di idrocarburi oltre a produrre disagi e problemi per il catrame sulle spiagge, le scogliere e i fondali marini porta disastri sulle forme primarie di vita. Lungo la rotta che da Genova porta verso Sud, in pieno arcipelago toscano è abituale il lavaggio clandestino delle stive delle petroliere che creano piccole maree nere che non fanno notizia ma che inquinano mare, spiagge e tratti di costa”. Per il Presidente della Commissione Ambiente e Territorio “è l’ora di dire basta aumentando il controllo del transito delle petroliere anche utilizzando tecnologie satellitari in grado di avere costantemente sotto controllo navi, rotte, velocità, merci trasportate, scarichi a mare attraverso sversamenti abusivi o pulizie delle cisterne. Ed è indispensabile che il Governo Prodi ratifichi la Convenzione Bunker Oil firmata sei anni fa che garantisce almeno, di fronte a incidenti come quello di Livorno, una copertura assicurativa''.
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