Foto e testi by Ric Meynardi for the "MaccaroniProject"
Carmina non dant panem. Mi è capitato tra le mani un libro, edito da Sellerio, intitolato <<Mestieri di scrittori>>. Parla di grandi artisti della parola su carta, da London a Svevo a Kafka, e racconta di tutti i mestieri che essi sono stati costretti a fare, per pagarsi la vita e le bollette… perché scrivere non sempre ti permette di fare la spesa. E il surf non è poi così diverso dalla scrittura: richiede pazienza e costanza, devi stare tanto a guardare l’orizzonte, lo fai più per te stesso che per gli altri, richiede stile, è un’arte fatta di belle immagini che prendono forma nei tuoi pensieri, non a tutti piace ciò che crei, nella stragrande maggioranza dei casi nessuno ti paga per farlo. Per soddisfare quell’inspiegabile voglia di stare in acqua, al freddo, a prendere cartelle, quindi, ognuno di noi si vede obbligato a lavorare. Surf non dat panem.
Ed è un po’ il sogno di tutti quello di lavorare in un surf cafè in faccia ad uno dei propri spot preferiti. Svegliarsi al mattino e aprire il bar solo se non ci sono le onde. Ascoltare i racconti di surf trip di chi passa di lì per caso, e raccontare i propri racconti agli amici che hanno finalmente un punto di ritrovo per quando si esce dall’acqua. Simone, suo fratello Luca e Mauro, detto "Manovra", hanno realizzato questo sogno. Ad Andora, spot cult per il longboard, hanno aperto SingleFin Surf Cafè: sul monitor passano video di surf e basta, una selezione musicale totalmente estranea alle hit parade pop di MTV, sul menu i panini si chiamano come i trick, grandi tavole appese al soffitto, esclusivamente longboard, stilosissimi fish ultra retrò, egg single fin introvabili. Puro stile.
A questi ragazzi, invidiandoli un po’, ci siamo permessi di fare qualche domanda per sapere cosa gli è passato per la testa quando hanno deciso di rilevare un bar impolverato per farci un surf cafè con una terrazza che prende il sole fra i due moli di Andora.
D- Com’è successo che vi venisse l’idea di SingleFin Surf Cafè?
MANOVRA_ L’idea ci è passata per la testa dopo il nostro ultimo viaggio a San Clemente, dove abbiamo respirato il beat vecchia scuola che sta battendo ora nel Sud della California. E’ capitata l’occasione di poter sposare quello che abbiamo vissuto là con quello che viviamo qua tutti i giorni.
SIMONE_ In realtà, il bar è partito un po’ per caso. L’idea iniziale era quella di un surf shop, ma i locali disponibili non erano in una posizione ottimale. Ci è stato proposto un bar... e abbiamo cambiato i nostri piani.
D_ Qual’è lo spirito di SingleFin Surf Cafè? Che idee vi sono venute in mente per questa prima estate di attività?
S_ Lo spirito nostro è quello di stare sempre in punta alla tavola, di vivere il mare... è anche per questo che siamo venuti qui. Il bar dev’essere un punto di ritrovo per tutti, per poter scappare dallo stress. Per questa estate... proveremo a fare ottimi panini e ottima musica dal vivo. E soprattutto cercare di far appassionare tanta nuova gente al longboard!
D_ Qual è stato il vostro surf trip più figo? Raccontateci un episodio…
M_ Di sicuro il viaggio a San Clemente di cui abbiamo accennato prima. Un viaggio con gli amici, tutti con la voglia di surfare, sempre alla ricerca dell’onda migliore.
S_ Abbiamo viaggiato in camper e abbiamo potuto vivere così la zona da Los Angels al Messico. Il camper ti dà una bella autonomia, ti permette di stare in un posto quanto tempo vuoi, senza bisogno di programmare troppo. Un momento indimenticabile è stato capodanno 2008, quando abbiamo surfato al tramonto con i delfini... Giocavamo con loro sulle stesse onde. Un metro glassy, destre, da long puro... eravamo a the Point, a San Onofre_
M_ E’ vero! Eravamo con Cameron, Wess e Natan, nostri amici di là. Disperati 20enni californiani, solo surf surf surf_ L’ambiente era figo, omai eravamo diventati “gli italiani, gli italiani quelli col camper!”
S_ E la carbonara!! Erano straniti soprattutto dal vedere ragazzi italiani che volevano surfare, che sapevano cos’era il surf... molti ci chiedevano addirittura se qua in Italia ci sono onde! E noi a raccontargli che anche in Italia ci sono begli spot...
D_ Che tavole usate? E quali vi piacciono?
M_ Attualmente uso una Dr. Ank 9’1”. Ma mi piacerebbe una tavola ultra-classica, con pinna resinata_ Classica, ma comunque molto tecnica, che permetta un take off molto buono e veloce... sullo shape californiano_
S_ Io ho una Bing 9’2” single fin, molto classica... e va bene quella per i prossimi anni_ Luca, mio fratello, sta imparando, quindi gli va bene qualsiasi cosa!!
D_ C’è qualcuno in particolare, nel mondo, che è capace di influenzare il vostro stile? Di ispirarvi nel vostro modo di surfare o di vivere?
S_ Come stile di vita ho il mio. Per quanto riguarda il surf certamente Joel Tudor, con la sua facilità con cui interpreta l’onda e lo stile semplice che lo rende unico.
M_ Forse come stile di vita no... come surfata l’australiano Tom Wegener, che ha uno stile mica da ridere! Poi, come dice Simone Joel Tudor è sempre Joel Tudor... con la sua posizione inconfondibile è un maestro per tutti. E, infine, sicuramente Alex Knost... così mi piace surfare, schiena dritta e gambe flesse... troppo stile, è troppo avanti!
D_ Ditemi del vostro video di surf preferito... ne avrete uno che vi piace più degli altri, no?!
M_ Sprout è bello, perché ha tutta la sua grafica anni 70 che non è niente male! Thomas Campbell è un regista con idee straordinarie, riesce a rendere molto attuali stili totalmente retrò. E poi sceglie benissimo i surfisti a cui dare la parte nei propri film, da Alex Knost a Joel Tudor, da Dane Perlee ai fratelli Malloy. Purtroppo non sono ancora riuscito a vedere One California Day, dev’essere spettacolo!
S_ Yellow single fin. E’ fantastico vedere la stessa tavola surfata su onde diverse, con stili diversi, in mezzo a culture diverse. Gran film!
D_ Ogni tanto si vede uno stupendo VW Split Panel Van del ’64 rosso qui fuori dal bar_ Che macchine vi piacciono? Con cosa girate per Andora?
M_ Amo le macchine d’epoca in generale... la VW ha un posto speciale_ Per Andora giro con il VW e con il longboard in bamboo Sector9.
S_ Non mi dispiacciono i gipponi! Anche se non ho la stessa passione per le auto di Mauro. Alla fine non mi interessano più di tanto e giro con la mia twingo marcia... sempre con le barre sul tetto per metterci la tavola!!
D_ Cosa c’è oltre al surf?
M_ La grande passione per le Volkswagen.. Seguo il mondo VW da 7 anni ormai, mi piace la frangia un po’ più estremista, dei dragster, dell’elaborazione californiana anni ’70. Poi mi piace viaggiare, vedere posti nuovi. E poi le donne. Minchia, senza le donne non si può stare!
D_ Manovra, mi è giunta voce che tu sia anche un discreto shaper… con problemi di vicinato, però!
M_ Mi era passata per la testa di iniziare a shapare qualche tavola per me e gli amici, ma alla prima resinatura ho rischiato la lapidazione da parte del vicinato!! Mi sono trovato, quindi, con un longboard resinato solo a metà... l’ho finito di notte, chiuso nel box, a respirare tutto quello che c’era da respirare! Odori allucinanti... Quella tavola è durata un bel po’, soprannominata "Cassapanca", per il suo shape non proprio fine... ed è ancora in giro, la presto agli amici che vogliono imparare_
D_ Chi è il più figo di voi tre sulla tavola?
M_ Lui (indicando Simone).
S_ Mauro, che ha più esperienza, infatti ha già i capelli bianchi. Poi ha un trip mentale tutto suo... ricerca di continuo la vecchia scuola, ricerca la posizione migliore sulla tavola, il modo di far le curve, surfare senza leash...
M_ No leash on longboard!!
D_ E fuori dall’acqua?
M_ Simone, questa volta per davvero.
S_ Tutti e tre, no?!
D_ Quand’è che chiuderete il bar per andarvene in California?
M_ D’inverno. O se vogliamo guardare un po’ più in là, fra due anni, poi si taglia la corda!!
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