SURFING, MODA O SENTIMENTO

di Daniele Paolucci


L’ultima volta è stata ormai parecchi giorni fa, ma domani ci sarà un’altra splendida scaduta di Libeccio. Alla sera scattano le telefonate. Puntuale arriva quella di Riccardino, mi informa subito che domani non ha il turno ai pompieri e quindi ha tutta la giornata libera. Terminata la telefonata chiamo Marcolino dicendogli che domani mattina alle sette deve stare sotto casa mia. Arriva anche la telefonata di Roberto, per l’appuntamento. Suona la sveglia, mi alzo e vado subito a guardare fuori dalla finestra: il cielo è leggermente coperto e non c’è vento (ottimo requisito per la scaduta). Indosso quello che ho di più comodo, faccio colazione, prendo la borsa con la muta, la tavola ed esco di casa; Marcolino è lì che mi aspetta. Salgo in macchina e via verso Ostia dove ci aspettano Riccardo e Roberto. L’appuntamento è ad Ostia perché da lì ci fermiamo a guardare le condizioni del mare e del tempo, per poi tentare una piccola previsione meteo della giornata che ci consenta di stabilire lo spot dove andare a surfare: a nord o a sud? Arrivati all’appuntamento ci sono già Riccardino e Roberto che hanno fatto le previsioni; salgono in macchina e ci dicono di dirigersi verso sud, dove le onde dovrebbero essere più grandi in quanto la swell è da nord. L’automobile di Marcolino diventa una capsula ermetica ed il mondo intorno a noi scompare, la nostra mente in una dimensione a molti sconosciuta: scevra a politica, scuola, lavoro, problemi sentimentali e sociali. Durante il tragitto facciamo sempre gli stessi discorsi: Riccardino parla ancora del suo recente viaggio in Australia e della grande voglia che ha di fare surf, Roberto dal canto suo parla del suo viaggio alle Hawaii, Marcolino guida e propone viaggi oltre oceano, io chiudo gli occhi e con la mente surfo lontano in chissà quale calda baia del pianeta. Arrivati sul posto c’è sempre lo stesso rito: si scende dalla macchina, tutti e quattro ci schieriamo davanti al mare ad osservare le onde, dopo qualche minuto arrivano i commenti di ognuno. “Spingono poco… ci vorrebbe un longboard”, “c’è troppa corrente, forse è meglio andare alla baia più avanti”, “io entro col mutino”… “sono bellissime!”. La giornata è ottima, il cielo diventa sempre più limpido, il sole inizia a salire, in acqua ancora non c’è nessuno, la spiaggia deserta con tutti i sui profumi, i gabbiani volano in alto. Finalmente decidiamo di entrare: da sopra il tettino della macchina “liberiamo” le tavole, tiriamo fuori le mute, ci spogliamo le indossiamo e imparaffiniamo la tavola, un po’ di ginnastica e via dentro l’acqua. Tutti insieme si rema verso l’orizzonte; arriva la prima onda da superare e di conseguenza anche la prima duck dive, che è poi quella più bella, in quanto dandoti il benvenuto ti fa sentire tutta la freschezza dell’acqua che ti liscia i capelli all’indietro e l’onda scorrere lungo la schiena. Raggiunta la line up commentiamo le onde, iniziamo a prenderle e comincia così una dolce e frenetica danza in coppia col mare, assecondandolo e rispettandolo; sono proprio questi gli istanti che ti fanno capire il vero significato del surf. Passiamo tutta la giornata in acqua senza accorgersi che si sta facendo tardi, l’unica cosa che riesce a ricordarcelo è il bellissimo panorama che ci si presenta davanti, il sole sta ormai per calare, il cielo sembra fondersi col mare, tutto diventa rosso, infiammandoti anche il cuore. In questi istanti ti accorgi di quanto sei impotente davanti la natura! Usciamo dall’acqua, in pace col mondo. Stanchi e rilassati al punto giusto, pronti per un buono e ricco pasto. Durante il viaggio di ritorno riescono fuori i discorsi di andare in Australia, alle Hawaii, delle manovre fatte in giornata e di chissà fra quanti altri giorni si rifarà surf come oggi. Questo è sentimento, verso una dimensione che ti da modo di amare te stesso e la natura; una dimensione che spesso ti esclude dalla vita sociale e affettiva, per seguire irrefrenabilmente quel richiamo che viene dal mare, dalle onde a da quel movimento ondulatorio che assume il corpo, così tanto difficile da spiegare agli altri. Tutto il resto è solo moda.

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