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THE TAO OF SURFING: LE ONDE




Espressione di Energia

di Alessandro Staffa


Siete mai stati seduti davanti al vostro spot casalingo, magari appena usciti da una session mattutina, ad osservare quelle onde che si rompono in continuazione sulla spiaggia?

Vi siete chiesti da dove vengono e come nascono queste imponenti forme di energia che per convenzione chiamiamo "Onde?". Se lo avete fatto non siete i soli. Quello delle "Onde" è un argomento che ha sempre affascinato tutti: surfisti, poeti, oceanografi, velisti e tutti quelli che hanno avuto la fortuna di fermarsi un attimo a guardarle rompersi su una qualsiasi spiaggia in qualsiasi parte del mondo. La risposta è semplice: un’ onda è espressione di energia. Più esattamente: il sole trasmette energia al pianeta, questa energia si combina con la rotazione del pianeta questo provoca movimento di aria nell’atmosfera, questi movimenti di aria creano energia che trasmettono sulla superficie dell’acqua, questa energia si tramuta in onda. Questa è una spiegazione "arida" ma scientifica di un fenomeno naturale che per noi surfisti è di vitale importanza. Cosicchè se qualcuno ti chiede: "Perchè?surf?". Potremmo rispondergli: "Per il sole che scaldando l’atmsfera crea vento che soffiando sulla superficie dell’acqua crea onde che scontrandosi con la terra crea". Praticamente per i 4 elementi (terra, aria, fuoco,acqua), più semplice di così. Lao tze.

Per tornare all’energia, e a focalizzare come questa formi le onde proviamo a pensare alla vita di una mareggiata, che non sono altro che un gruppo di onde che si organizzano insieme muovendosi dall’area in cui sono state create anche per migliaia di chilometri, fino ad incontrare un ostacolo, la terra appunto. Immaginiamo di trovarci al largo della Sicilia, più esattamente nel mare compreso tra Ustica e le Eolie, nel mezzo di una profonda bassa pressione con venti di scirocco, di quelle che fanno straripare fiumi e rapiscono il sole per qualche giorni. In questa zona il mare è in confusione, il vento e la pioggia trasmettono la loro furia sulla superficie dell’acqua, che così inizia a muoversi caoticamente ma senza ostacoli verso Nord. Adesso cambiamo posto (clicca) e spostiamoci sulla costa tirrenica del Lazio e più esattamente a S. Marinella. C’è il sole, l’aria è calda e umida, il cielo sembra acceso, tira un leggero ma costante vento di scirocco. Nessuno in acqua: il mare è piatto, ma si muove. Aspettiamo qualche ora (forse una notte) ed ecco che quel movimento caotico iniziato a nord della sicilia comincia ad affaciarsi timidamente: nuvole basse all’orizzonte, bagliori di lampi, banzai sinistro inizia a lavorare. Quindi ti infili la tua muta, intanto chiudi bene la macchina e metti la chiave sopra la ruota anteriore destra, passi ?a occhio e croce? un pò di paraffina sulla tavola e via: in acqua. Remi fino a raggiungere la tua meta: quel punto esatto della costa dove dai per scontato che le onde si rompino (il picco). Inizi a surfare. Adesso immagina che le onde che surfi non siano solo onde, per cui vale la pena anche fare tardi al lavoro, ma un espressione dell’energia che si è creata molto lontano da dove stai surfando, e che lentamente, senza incontrare ostacoli, è giunta fino a te. Arriva il set, ti giri a destra poi a sinistra, sei in precedenza: l’onda è tua, remi come un pazzo, e ? sali. Guardi il tutto dall’alto, riesci a vedere tutta l’onda nella sua forma completa, dall’inizio alla fine, dal picco alla spalla, fino alla riva dove esaurisce la sua forza. La gioia ti entra nel cuore, il tempo si ferma, non esiste niente altro al mondo per te, forse non esisti neanche te, però l’energia sì, quella esiste e si fa sentire quando alla fine della sua vita ti scarica addosso tutta la sua potenza, spingendoti sotto acqua per qualche secondo. Una centrifugata, una gamba che va al posto del braccio e viceversa, mentre aspetti che la tavola si stabilizzi, l’energia si scarica: con calma riemergi; ti sei appena scontrato con qualcosa che viene da qualche centinaio di chilometri senza incontrare ostacoli prima di te e che, in mezzo al mare, potrebbe far affondare una piccola barca.

Richiami la tua tavola a te e remando ti dirigi al largo: sei pronto e in ansia per la prossima. Le energie si mescolano. Nel frattempo la zona di formazione delle onde comincia a spostarsi, da scirocco il vento passa a libeccio. Il libeccio proviene da una diversa direzione, e sposta la zona di formazione delle onde al largo del Tirreno tra la Sardegna e la Sicilia ed è generalmente più potente: quindi onde più alte. L’espressione di energia del libeccio si mescola con quella dello scirocco di qualche ora prima: è il caos. Stando in acqua dovresti accorgerti di questo mescolamento di energie, poichè le onde arrivano più rade e molto spesso cambiano di direzione improvvisamente, rendendo la tua session una continua ricerca dell’epressione netta (onda) in mezzo a tanto caos. Ma il caos prima o poi finisce. Così come Banzai sinistro prima o poi diventa Banzai destro. Infatti passata qualche ora (forse una notte) l’energia creata dal libeccio surclassa totalmente quella antecedente dello scirocco, le onde si riorganizzano in serie al largo del Canale della Sardegna e dopo qualche ora riapproderanno sullo stesso posto. La scena non cambia.

Ti ritrovi in acqua, solo che adesso non funziona più uno spot ma un altro e l’energia è sempre la stessa. Attenzione però: sebbene la forma di energia sia sempre la stessa, la sua espressione cambia in continuazione: non esiste nessuna onda uguale ad un altra



The Soul of surfing - #1


Arriva il set, ti giri a destra poi a sinistra,

sei in precedenza: l’onda è tua,

inspirazione profonda, ritenzione,

remi velocemente, la senti, uno scatto e ..

Guardi il tutto dall’alto,

riesci a vedere tutta l’onda nella sua forma completa,

dall’inizio alla fine, dal picco alla spalla, fino alla riva

dove esaurisce la sua corsa, dopo centinaia,

forse migliaia,

di chilometri percorsi fino a te.

La gioia ti entra nel cuore e il tempo si ferma,

non esiste niente altro al mondo per te,

forse non esisti neanche te,

però l’energia sì, quella esiste e si fa sentire quando

alla fine della sua vita ti scarica addosso

tutta la sua potenza, accumuluta in mare aperto,

spingendoti sotto acqua, per qualche secondo.

Riemergi.

Ale Staffa


© Revoltmedia pubblicato su Revolt Mag, 1999, all rights reserved



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