Un giorno come un altro

Una domenica mattina come tante. La sveglia che suona alle 6.30 dopo una nottata nella quale il libeccio scuoteva con la sua potenza le serrande della mia camera, passata in un dormi veglia con il pensiero inconsciamente proiettato alle onde che battevano la costa.
Il sole ancora non ha fatto la sua comparsa all’orizzonte, il vento e’ calato completamente e il rumore del mare mi accoglie non appena apro la porta di casa. ‘C’e’ mare’ e’ l’unico pensiero che passa nella mia mente ancora annebbiata dal sonno e da qualche birra di troppo bevuta la sera precedente.
Prendo le tavole e tutto il resto, carico la macchina e vado all’appuntamento con Mauro, non passo neanche alla spiaggia, tanto so gia’ che il nostro mare ci avrebbe regalato una bellissima giornata.
Il mio amico e’ gia’ li’, pronto a partire. Un veloce saluto, non facciamo neanche colazione e siamo gia’ sull’Aurelia in direzione Santa Marinella.
Per strada chiamo Stefano, gli dico di alzare le chiappe dal letto e lui da bravo ragazzo obbedisce……poteri del surf, gli altri amici ci prendono per pazzi: ‘ma come fate a alzarvi cosi’ presto, e poi fa freddo!!’ Ma loro non sanno che stiamo andando incontro alla pace dei sensi, alla completa armonia tra corpo e mente…..stiamo andando a surfare!
Dopo 20 minuti siamo a Banzai, il sole illumina le righe che si alzano incontrando le rocce dello spot, le onde sono sui due metri, ma non entrano perfette. Un leggero velo di malinconia passa per la mia mente, ma dura molto poco, giusto il tempo di girare la testa e notare una serie che sta rompendo al vicino spot ‘La Toscana’.
Guardo Mauro, lui guarda me….’andiamo’ e’ l’unica parola.
Anche alla Toscana rompono onde sui 2 mt, forse qualcosa in piu’, ma non e’ la misura che ci stupisce, e’ la lunghezza dell’onda: lo spot sta dando quasi il meglio di se, quando il picco esterno si unisce con l’inside l’onda diventa molto lunga, e in piu’ e’ completamente deserto! In cinque minuti ci cambiamo e siamo in acqua, e subito la prima serie che mi rompe davanti mi fa capire quanto sono fortunato, ricordandomi che e’ d’obbligo avere rispetto per qualcosa di incontrollabile ma con il quale bisogna entrare in sintonia.
Mentre ancora devo raggiungere il line up vedo Mauro che parte su una bella bomba: bottom turn, off the lip e poi via giu’ nel cavo, cut back per superare una sezione floscia….poi sparisce dalla mia vista e lo vedo riapparire praticamente a riva, una corsa di quasi 100 metri.
Ora tocca a me, la serie arriva e prendo la mia onda: il long parte e tutti i pensieri e gli scazzi che aleggiavano nella mia mente spariscono in un attimo. Ho raggiunto la pace interiore e nulla piu’ conta, sto in mare con gli amici, le onde e la mia tavola, non mi serve nient’altro!
Continuiamo a surfare, nel frattempo arrivano Stefano e Max, anche altri ragazzi entrano in acqua, ma siamo pochi, non piu’ di sette, poi mi giro a guardare Banzai dove le onde si sono regolarizzate ma e’ affollatissimo come al solito e mi viene da pensare al perche’ la gente si concentra tutta in uno spot, quando nel giro di pochi km ce ne sono almeno altri cinque che lavorano…..
Dopo tre ore di ottimo surf il mare inizia a calare, le serie si fanno via via piu’ rade e le onde piu’ piccole, i tavolettari abbandonano la scena e noi longboarder ci godiamo le onde in totale solitudine: io con le spalle distrutte ormai sono andato, Stefano che droppa tutti sfruttando il suo 9’ 6’ e Max che prende confidenza con la tavola appena acquistata. Queste sono le cose piu’ belle del surf, condividere un’onda con un amico, vedere la gente che ti sta intorno che sorride, lontani anni luce dai musi lunghi e le facce incazzate che troppe volte si vededono sulle nostre line up.
Oggi ognuno di noi ha avuto le sue onde e le sue frullate, le sue corse in punta e i suoi off the lip radicali, spesso mi chiedo quanto tempo ancora avro’ a disposizione per passare ore e ore in acqua con i miei piu’ cari amici, compagni di viaggio e di alzatacce, con chi condivide con me l’amore per il mare e per il surf…chissa’, forse saro’ assorbito da una societa’ che ci impone dei ritmi di vita che non mi appartengono oppure la mia vita sara’ per sempre scandita dai movimenti delle maree e dal soffiare del vento. Ma la mia mente e’ sempre la’, sulla line up a vedere le righe che si avvicinano a me e mi fanno sentire vivo, dandomi delle sensazioni che non so descrivere, che vanno al di la’ di tutto cio’ che la vita mi ha offerto finora, ma delle quali non posso piu’ fare a meno….e piu’ il tempo passa e piu’ sento il bisogno di queste sensazioni, come in preda a un delirio il mio fisico e la mia mente vengono proiettati in mare e hanno bisogno di onde senza le quali sono finito, spento, inutile, incorporato nella superficialita’ della ‘societa’ moderna’.

di Alessandro De Angelis